Projects             Words             About             Contact  
 
 
 
 
 
 
 

NUOVE PIAZZE: ARCIPELAGO DI PIAZZE ITINERANTI TRA TERRA E MARE PER UNA RILETTURA DELLA CITTÀ

Manifestazione “Illuminiamo i monumenti dentro e fuori”
Volando sulla Megalopoli - Napoli Città Metropolitana
a cura di Cherubino Gambardella

2015

napoli [na]

dal 30 ottobre 2015 al 7 gennaio 2016
Chiostro grande del complesso di Santa Maria la Nova
piazza Santa Maria la Nova 44, Napoli


Vozzarchitetti partecipa alla mostra «Volando sulla Megalopoli. Napoli Città Metropolitana», a cura di Cherubino Gambardella. La rassegna rientra nel palinsesto della manifestazione “Illuminiamo i monumenti dentro e fuori”, promossa dalla Città Metropolitana di Napoli. L’esposizione intende mostrare le possibilità dell’utopia nella Città Metropolitana di Napoli.

 

Arcipelago di piazze itineranti tra terra e mare per una rilettura della città.

Superficie emergente, spazio libero, bivacchi, accampamenti in piena libertà, mutevoli punti di vista sulla città. Dal golfo verso la città, verso il Vesuvio, verso laghi vulcanici, verso camini e fumarole. In superficie, stazionamenti liberi auto-organizzati, collegati attraverso spiragli superficiali con i sotterranei dell’arte che, in gallerie con volte a tutto sesto, ci riportano sulla terra ferma attraverso stratificazioni secolari di disordini, di vita. Cavità crogiolo di arti, colonne monolitiche, collegamento verticale tra la dimensione del mare e la dimensione del cielo. Camini di luce, di piogge d’acqua dolce, di vita. La piazza circondata da acqua salata dalla quale emerge a pelo d’acqua e offre, instancabile, una miriade di punti di vista sempre diversi, in attesa di essere colti dagli sguardi oziosi verso la città verticale assaltata da lingue d’asfalto che la soggiogano, la collegano dall’entroterra verso il mare, verso arcipelaghi di piazze galleggianti in perpetui percorsi itineranti non programmati nel mare di fronte. L’arcipelago di piazze, che forma nuovi isolati di una città archetipo utopico, di una città acquatica che è ibrido risultato delle due dimensioni fondamentali della vita umana: la dimensione terrestre e la dimensione aerea. Stratificazioni verticali che dalla costa risalgono per strade, per case, per tetti, per costruzioni autostradali, ponti su per le colline, evidenziati dalle ombre che ne rivelano la profondità, la tridimensionalità; il corpo di una città come Napoli che impalpabilmente ci rammenta il legame con la città greco-romana nella sintesi formale della statua del Dio Nilo, persa nei meandri del centro storico, che ci collega al di là del Mediterraneo, verso l’opposta sponda nord-africana. Napoli che cresce dall’alto delle colline e pende verso il basso, Napoli con la sua verticalità orientata verso la terra più che verso il cielo. Dalla zattera si eliminerà il contatto verso la terra e si trasferirà sulle nuvole, in un capovolgimento continuo dei punti di vista in una rilettura inconsueta della città. Percorrendola a piedi, o in auto, o in treno non è lo stesso, non si scorge tutto ciò che viene proposto quando ci trova al largo, in quella posizione privilegiata che è commistione tra terra ferma e mare. Punto di vista ibrido. In questo sogno tutto il Mediterraneo si riempirà di piazze galleggianti.

Volando sulla Megalopoli. Napoli Città Metropolitana - Arcipelago di piazze itineranti tra terra e mare per una rilettura della città. [tavola]

 


 

Volando sulla Megalopoli. Napoli Città Metropolitana - Arcipelago di piazze itineranti tra terra e mare per una rilettura della città. [schizzi]

 


 

«L’utopia – commenta il curatore – non è una cosa completamente distaccata dalla realtà, spesso la realtà assorbe parti dell’utopia». Gli undici architetti che vi partecipano sono stati chiamati a formulare delle visioni utopiche per la metropoli napoletana. Ognuna di queste visioni si declina in due modi: uno bidimensionale -le tavole- e l’altro tridimensionale, attraverso la realizzazione di modelli esplicativi in forma di bassorilievi. Gli undici progetti immaginifici sono poi tenuti insieme da una struttura effimera in legno dorato che, come una macchina settecentesca, si integra nel chiostro di Santa Maria la Nova, riunendo e armonizzando le undici parti del racconto. Undici “cartoline” – le definisce Gambardella – inviate da una dimensione immaginata, che sono anche “un auspicio – prosegue – che queste utopie diventino un giorno realtà, come a volte, anche inaspettatamente, accade”.

 


 

Napoli, Chiostro grande del complesso di Santa Maria la Nova. Installazione di Cherubino Gambardella. [fotografia di Mario Laporta]

 


 

Napoli, Chiostro grande del complesso di Santa Maria la Nova. Installazione di Cherubino Gambardella. [fotografia di Mario Laporta]

 


 

Napoli, Chiostro grande del complesso di Santa Maria la Nova. Installazione di Cherubino Gambardella. [fotografia di Mario Laporta]

 


 

Rivista: Domus

 


 

Rivista: Abitare

 


 

Rivista: Platform

 


 

Rivista: Artslife

 


 

Rivista: Corriere del Mezzogiorno

 


 

Rivista: Illuminiamo i Monumenti

 


 

Rivista: Panorama