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PAESAGGIO ITALIANO
[concorso nazionale]

2013

massa martana - acquasparta - san gemini [pg]

servizi / attrezzature

progettisti:
vito maria benito vozza
francesco maria gabriele vozza
roberto duraccio


Le direttive di progetto nascono dalla lettura del tessuto urbano e da considerazioni funzionali sulle attività predominanti del luogo. Le intuizioni progettuali derivano dalla prima fase di analisi, riscontrando come unica difficoltà la forte segmentazione geografica di ogni settore di intervento. Da ciò, la priorità di creare un linguaggio formale unitario, ovvero, perseguire un equilibrio logico/visivo lungo tutto l’asse ideale, attraverso il raccordo tra gli elementi esistenti con quelli nuovi.

L’area oggetto di studio interessata si trova nel territorio compreso tra i comuni di Acquasparta, San Gemini e Massa Martana, lungo gli assi della vecchia via Flaminia e del tracciato della Ferrovia Centrale Umbra. L’intervento che presentiamo è volto alla costruzione di nuove relazioni tra i tre comuni interessati grazie alla costruzione di nuovi spazi lungo l'asse territoriale che li unisce, fino ad ora poco valorizzato come potenziale strumento di riqualificazione dell'intero ambito territoriale. Da qui, l’idea di sviluppare, lungo i tracciati della Ferrovia Centrale Umbra e della vecchia via Flaminia, un segno estremamente forte che accompagni il variare del paesaggio italiano: una mega struttura sopraelevata contenente, al suo interno, le funzioni di servizio, inclusi gli spazi comuni. A terra, invece, sono state collocate le funzioni accessorie come le aree di sosta. Tutte disposte all'interno delle aree perimetrate intorno alle singole stazioni.

Un nuovo landmark urbano che ripercorre il paesaggio italiano, che segue la linea dell’orizzonte e che lascia filtrare, attraverso la tessitura a trama quadrata della struttura, la catena collinare ad est e la zona pianeggiante ad ovest. All’interno scorre un parrallelepipedo di spesso e solido cemento dimensionato longitudinalmente da 1x9 moduli di acciaio dal quale ne consuegue una divisione in verticale in due ambienti collegati da promenade architecturale con anima in acciaio a vista e pelle in legno che si districano in linea unica e retta in maniera alternata da un lato rispetto all’altro. Su entrambi i lati minori trovano posto dei mirador che, a seconda della direzione del percorso, aprono lo sguardo verso orizzonti sempre diversi. L’ambiente centrale è organizzato da una parete di vetro di forma ellittica che fa della flessibilità il suo punto di forza: ambienti aperti che consentono una divisione orizzontale estremamente libera. L’unica apertura che trapassa interamente l’intero blocco è un foro che dalla copertura arriva fino al livello zero, dove vi è il continuo movimento dei treni; una sorta di doppio cannocchiale infinito: uno orizzontale e l’altro verticale.

Nel valutare la progettazione del rapporto tra il nuovo landmark urbano con il tessuto esistente, abbiamo prestato particolare attenzione al disegno e alla calibrazione del disegno degli spazi e del rapporto con gli assi viari che ci hanno fatto da guida, per creare, come previsto, una nuova condizione paesaggistica che valorizzi le relazioni con le preesistenze monumentali ed ambientali del sito.