Projects             Words             About             Contact  
 
 
 
 
 
 
 

LO SPAZIO DEL SUONO DI BERNHARD LEITNER

Bernhard Leitner nasce nel 1938 in Austria. Appassionato da tutto ciò che ruota intorno al termine “suono” completa i suoi studi in architettura, in modo da elevare la sua consapevolezza riguardo la gestione degli spazi, ma, nonostante ciò, è molto più vicino alla definizione di “artista del suono”. Ambito che viene fuori dal suo subconscio durante un viaggio a New York nel 1968, perché già da studente di architettura s’interessava alle scene musicali di Vienna e Parigi.

Appena arrivato a New York, inizia a buttar giù idee, ma si rende conto da subito che ciò che produce non è facilmente realizzabile. Le sue idee rimangono solo ed esclusivamente disegni concettuali su carta, quasi impossibili da concretizzare. Stava pensando, quindi, a qualcosa che tecnicamente ancora non esisteva.

In questo periodo inizia a scrivere testi teorici senza prese di posizioni che potessero avvalersi di indagini, iniziando, però, a chiarire le idee prima di tutto con sé stesso attraverso la scrittura. Affitta poi un grande loft con l’intento di trasformarlo in un laboratorio per le sue indagini acustiche relazionate allo spazio. Comincia col provare a realizzare lo spazio con il suono, in qualità di elemento plastico, architettonico per l’appunto. Quando si percorrono gli spazi che egli costruisce, si percepisce un certo fascino per il semplice motivo che il suono lo si afferra soprattutto come esperienza corporea, non solo con le orecchie. Inizia ad ascoltare in maniera pratica ciò che fino a qual momento era messo solo per iscritto. Assegna il tempo allo spazio e lo spazio all’architettura esprimendo idee che non si sarebbero mai potute visualizzare o ascoltare.

Inizia a formulare pensieri secondo cui si sentirebbe meglio con il ginocchio che non con il polpaccio, questo perché la pressione sonora viene esercitata direttamente sul ginocchio, mentre, a causa dei muscoli, viene assorbito dal polpaccio. In pratica, una persona che ha più muscoli o grassi ha una diversa consapevolezza acustica nel subconscio rispetto a qualcuno che è molto magro, per il quale le onde sonore vanno a colpire direttamente lo scheletro, le sue cavità e gli organi. Diventa chiaro che si sente con la parte superiore del cranio, che le piante dei nostri piedi sono acusticamente molto sensibili, che i suoni possono anche passare attraverso i nostri corpi, arrivando alla conclusione che quando si parla di spazi acustici bisogna liberarsi dai concetti, dalle idee e dalle categorizzazioni con cui abbiamo familiarità. Il suono viene a risuonare in noi, parla attraverso noi, ciò può sicuramente essere associato alla nostra coscienza ed è probabilmente il più ampio ed il più ricco mezzo di espressione che conosciamo.

Egli riesce, tramite le sue composizioni, a riunire in un’unica espressione la triade architettura-composizione-scultura. Esempio del genere è il Cilindro Sonoro del Parc de la Villette a Parigi. Il suono che si sente dall'esterno attira i passanti, invitandoli a fermarsi e concentrarsi sulla forma. Un'architettura chiusa, coperta solo dal cielo aperto, inteso come delimitazione cosciente dal parco spazioso. Un cilindro di cemento, massivo, pesante o leggero, a seconda dei setti permeabili o non alla vista; il cemento, un materiale con un tempo di riverbero ritardato che ne ammorbidisce la sostanza.

Infine, arrivare alla conclusione e cercare una sintesi del pensiero di Leitner con le sue stesse parole “l'occhio e l'orecchio si congiungono: ascoltiamo con gli occhi e vediamo con le orecchie”.


riferimenti / references

Bernhard Leitner - Sound:Space

www.bernhardleitner.at